Non appena i ladri scomparvero, Beatrice corse a raccontare tutto ai cugini. Nella mente di quei bambini l’unica idea che veniva era quella di difendere Nostro Signore Gesù Cristo…
Era il primo giorno della
novena a Sant’Anselmo,
Vescovo di Canterbury e
grande Dottore della Chiesa,
la cui festa si celebra il 21 aprile. La
chiesa matrice del villaggio era piena
di paesani che insieme pregavano il
loro patrono:
— Sant’Anselmo, intercedi per noi!
Le preghiere, intercalate da canti
di devozione, echeggiavano all’interno
del tempio, creando commozione
nel cuore dei fedeli. Tra questi c’erano
tre bambini che seguivano ogni
cosa con enorme fervore, mentre si
raccomandavano al santo Vescovo,
chiedendogli la grazia che desideravano
di più: fare la Prima Comunione.
Erano: Leonardo, di sette anni,
Filippo, di sei e sua cugina Beatrice,
anche lei di sette anni.
Alla vigilia della solennità, la
novena si sarebbe svolta prima, per
dar tempo alla processione di percorrere
tutto il villaggio. I piccoli
uscirono lesti da scuola per prendere
uno spuntino veloce nel parco,
prima di dirigersi verso la matrice.
Mentre facevano merenda, Beatrice
vide alcuni fiori molto belli e volle
coglierne alcuni per portarli alla
cerimonia.
Avvicinandosi, osservò quattro
uomini strani nascosti tra gli arbusti.
Parlavano a voce bassa, si guardavano
intorno, timorosi di essere osservati,
scoppiando in risate soffocate
e sinistre. La bambina, allora, sentì
una voce grave e roca dire:
— Questo tale Anselmo è una
bugia inventata dal parroco! E l’Eucaristia,
una menzogna ancora più
grande. Quando domani troveranno
la chiesa scassinata, sapranno che
niente di tutto ciò esiste!…
— Non resterà nemmeno un’Ostia
perché essi possano commemorare
il loro patrono! Porteremo via
tutto quello che troviamo nel tabernacolo
– continuava un altro.
— Smettetela di dire sciocchezze!
– intervenne il più vecchio – Invece
di fare commenti idioti, combiniamo
a che ora comincerà la “festa”.
Dopo una breve discussione, uno
disse:
— All’una stanotte! A quell’ora
tutti staranno dormendo…
I ladri assentirono e scomparvero.
Beatrice era immobile, spaventatissima
per quello che aveva appena
sentito dire. Dopo essersi assicurata
di essere sola, corse a raccontare
tutto ai cugini.
Filippo non ebbe dubbi:
— Difendiamo Nostro Signore
Gesù Cristo! Saremo eroi dell’Eucaristia!
Leonardo, però, era più cauto:
— Non possiamo fare sciocchezze!
Dobbiamo avvisare qualcuno più
grande di noi. Non sarebbe meglio
parlarne ai nostri genitori?
— Leonardo, non capisci? È
un’occasione unica per noi! Se
difenderemo il Santissimo Sacramento
da questi cattivi, il parroco ci
lascerà fare subito la Prima Comunione!
– replicò Filippo.
— No, no, Filippo! – disse Beatrice
– Non siamo in condizione di affrontarli. Che cosa sono tre bambinelli di
fronte a dei banditi di questo genere?
Filippo esclamò indignato:
— Con Nostro Signore Gesù Cristo
e la Madonna al nostro fianco,
oltre a Sant’Anselmo, possiamo fare
tutto! Come potete avere dei dubbi?
Leonardo e Beatrice abbassarono
il capo provando vergogna…
Infine, Leonardo ruppe il silenzio:
— Ho un’idea! Facciamo un esercito
di bambini. Riuniamo i nostri
compagni che non hanno ancora fatto
la Prima Comunione e difendiamo
insieme Nostro Signore!
Dopo aver accettato all’unanimità
la proposta, corsero fino alla chiesa
matrice, dove la processione era già
formata per iniziare il corteo. In tutta
fretta cominciarono a convocare, uno
per uno, i membri del futuro “esercito
di piccoli”, arrivando al numero di
sedici. Tutti erano pieni di contentezza
per una così insolita incombenza!
— Che grazia formidabile
Sant’Anselmo ci concede! – esclamava
uno.
— Difenderemo Dio stesso!
– commentava un altro.
Una delle bambine più piccole
che erano lì, Sofia, di appena
cinque anni, ammonì con
voce decisa:
— Ma, amici, prepariamoci!
Può darsi che Nostro Signore ci
voglia martiri!
Sentendo tali parole, gli altri
quindici si meravigliarono! Nelle
loro menti era venuta soltanto
l’idea di difendere Nostro Signore
Gesù Cristo, e non gli era
venuto in mente che avrebbero
potuto sacrificare le loro vite per
Lui… Di fronte a questa prospettiva,
si riempirono ancor più
di coraggio, estasiati alla possibilità
che quella notte sarebbero
potuti volare in Cielo!
Terminata la processione, i
bambini si riunirono per pregare
davanti al tabernacolo, al fine
di chiedere forze e grazie per il compimento della missione. I genitori
e conoscenti osservavano curiosi,
senza, tuttavia, chiedere niente.
A mezzanotte uscirono da casa di
nascosto, in punta di piedi, chiedendo
ai loro Angeli Custodi che nessuno
li vedesse, e si trovarono a due
isolati dalla chiesa, per dirigersi fin
là tutti insieme.
Filippo e Sofia, i più piccoli del
gruppo, penetrarono nel tempio per
una finestra semichiusa e aprirono
la porta della sacrestia. Dopo che
l’“esercito” fu entrato, sprangarono
di nuovo la porta e restarono in attesa
dei criminali, in preghiera davanti
al tabernacolo illuminato soltanto
dalla luce della lampada.
All’una e dieci di notte sentirono
un rumore proveniente dalla porta
laterale destra. Con i loro strumenti
d’assalto i banditi sfondarono
la porta e irruppero nel santuario.
Non videro nessuno, poiché i piccoli
“soldati” rimasero accovacciati dietro
l’altare. Quell’infantile e valente
“battaglione” aveva il cuore che batteva a mille. Alcuni pensavano che a
breve sarebbero stati uccisi e si sentivano
già in Paradiso!
Quando i mascalzoni si avvicinarono
all’altare, tutti piombarono su
di loro. Le anime innocenti di quei
bambini non si preoccuparono nemmeno
di procurarsi qualche strumento
per difendersi… Tutto quello
che avevano, era la fede in Nostro
Signore e nell’intercessione di sua
Madre Santissima, come anche in
quella di Sant’Anselmo.
I malviventi s’impaurirono di
fronte a tanta audacia! Colti dalla
sorpresa e dalla rabbia, cominciarono
a picchiare le loro vittime innocenti,
ma il rumore e le grida svegliarono
il sacrestano, che accese le
luci della chiesa, mettendo così in
fuga i banditi impauriti, che furono
catturati dalla polizia.
Vari bambini rimasero molto
ammaccati. Sofia, la più colpita,
dovette essere trasportata in fretta a
casa del medico, dove fu sottoposta
a medicazioni dolorose. Si potrebbe
dire che la tragedia avesse
sfiorato loro e le rispettive
famiglie.
Invece, le cose andarono
diversamente… La festa
di Sant’Anselmo non fu mai
così gioiosa come quell’anno,
poiché l’eroismo dei bambini
aveva risvegliato l’entusiasmo
dei fedeli. Durante la Messa,
essi occuparono i primi banchi,
ornati da bende e medicazioni,
che avevano l’aspetto di
gloriose condecorazioni!
E alla fine della celebrazione,
prima di dare la benedizione
finale, il parroco
annunciò loro, come premio,
la tanto attesa notizia: poiché
avevano dato dimostrazione
di tanta devozione e
ardore eucaristico, i piccoli
eroi avrebbero ricevuto la Prima
Comunione non appena si
fossero ristabiliti. (Rivista Araldi del Vangelo, Aprile/2017, n. 167, pp. 46 - 47)