Non solo dobbiamo rallegrarci delle cose
buone che accadono nella nostra vita,
ma anche pensare alle straordinarie gioie
dell’Assunzione, dopo la quale Maria
Santissima è stata incoronata Regina del
Cielo e della Terra.
Plinio Corrêa de Oliveira
Nel giorno dell’Assunzione, la Madonna era
nella pienezza della sua
santità. La Sua anima
purissima, che durante tutta la sua
esistenza terrena non aveva smesso un
istante di progredire nella vita spirituale, era arrivata a un punto tale che
possedeva la perfezione perfettissima,
la bellezza bellissima, la virtù virtuosissima.
Ella si trovava nell’apogeo degli
apogei; il suo amore a Dio mai era
stato più grande di quello in quel
momento.
Amore entusiastico di
tutti gli Angeli
Possiamo immaginare lo stato
d’animo di chi sapeva di essere sul
punto di godere della visione beatifica, condotta da un corteo infinito di Angeli, dai quali riceveva i più
grandi omaggi possibili, come mai nessuna regina del mondo aveva o
avrebbe ricevuto.
Inoltre, la Santissima Vergine
era capace di comprendere la natura, luce primordiale e grazia di ogni
Angelo, l’amore che essi avevano
verso Dio e l’amore dell’Altissimo
per ciascuno. Possedeva anche una
conoscenza perfetta della venerazione e del culto di iperdulia prestati dai milioni e milioni di Angeli che
a Lei si dirigevano, acclamandoLa
con il più grande rispetto e amore, e
sentiva una gioia completa ascoltando queste lodi, consapevole di meritarle per il fatto di essere la Madre
di Nostro Signore Gesù Cristo e Suo
specchio fedelissimo.
Che cosa sarà stato per una semplice creatura umana, come era la
Madonna, vedersi oggetto dell’amore entusiastico degli spiriti celesti, felici di ricevere in Cielo la loro
Regina?
Incoronata come Regina
del Cielo e della terra
Dopo che Ella ebbe percorso tutti questi angeli con il suo pensiero e
il suo sguardo e dopo che ebbe incontrato le anime sante che erano
già salite in Cielo dopo la Morte di
Nostro Signore Gesù Cristo, dopo
aver incontrato il suo sposo San
Giuseppe e scambiato con lui un saluto pieno di rispetto e affetto di cui
non abbiamo neppure idea, l’Assunzione era giunta al suo termine. Era
giunta l’ora dell’azione.
Ella sarebbe stata riconosciuta
dalla Santissima Trinità come Regina degli Angeli e dei Santi, del Cielo e della terra, e questo motivò una
festa in Cielo. Non lo dico come iperbole, perché credo che ci sia stata lì una vera festa, sebbene in termini e
modi che non possiamo immaginare.
L’incoronazione segnò l’auge totale e piena della sua gioia, ora ormai senz’ombra, senza macchia,
senza incertezza, senza preoccupazione, senza la minima nube. Era
stata riconosciuta come Regina perché era Madre di Nostro Signore
Gesù Cristo, Figlia del Padre Eterno e Sposa del Divino Spirito Santo.
Cosa significò per la Madonna il
primo istante della visione beatifica – istante eterno, perché il Cielo è
eterno –, la prima gioia della visione
diretta di Dio? Ebbene, l’Assunzione era la via da percorrere per arrivare fin là e Maria Santissima lo sapeva e lo desiderava ardentemente.
Avendo questo in mente, è possibile misurare gli oceani – direi, le infinità – di gioie che inondarono la sua
anima santissima quel giorno.
I nostri dolori saranno
trasformati in gioie
Possiamo trarre vantaggio da
queste considerazioni e trovare in
esse un’applicazione per la nostra
vita spirituale? Naturalmente si può.
Anche noi siamo chiamati a salire
in Cielo. Subito dopo la morte, le nostre anime saranno giudicate, presentate alla Madonna e, grazie alla
Sua misericordia, a un certo punto
godremo della visione beatifica.
Essendo nelle delizie del Cielo,
godremo della familiarità con gli
Angeli, con i Santi. Ci incontreremo
nuovamente gli uni con gli altri, e
una delle maggiori fonti di gioia che
avremo sarà quella di ricordare i dolori di questa terra e tutto quello che
abbiamo passato qui.
Quando troveremo qualcuno con
cui abbiamo avuto a che fare, diremo:
— Oh, mio caro, si ricorda di quel
disaccordo tra noi? Delle noie che le
ho dato? Guardi, a causa di ciò ho
passato nel Purgatorio tanto tempo…
L’altro risponderà:
— Anch’io le ho dato noia, ma la
Madonna ci ha perdonato e per questo si è stabilito tra noi un vincolo di
amicizia ancora più grande. Si ricorda dei favori che Lei ci ha concesso?
E di Tal dei tali e di quegli altri tizi,
che erano così nostri amici?
— Sì, dove saranno? – chiederà il
primo.
— Guardi, sono là – risponderà
l’altro.
Non ho la minima difficoltà ad ammettere che ci saranno feste nel Paradiso Celeste, in cui noi tutti insieme
loderemo in modo speciale la Santissima Vergine. I dolori che soffriamo
nel momento presente si trasformeranno in gioie sovrabbondanti, in soddisfazioni insondabili che ci sommergeranno per tutta l’eternità.
Eternità perpetuamente nuova,
animata, entusiasmante
Miei cari, la nostra vita può durare trent’anni, cinquant’anni, ma passa. Essa rappresenta meno di un
minuto quando ci collochiamo nella
prospettiva dell’eternià. Soffriamo
ora; poi, però, quante gioie avremo!
E una delle più grandi sarà guardare la Madonna.
C’è una storia medievale, molto conosciuta, che si riferisce a un
uomo che pregò molto di vederLa.
La Madre di Dio gli apparve e lui
rimase estasiato. Ma, quando Ella
Si ritirò, era cieco di un occhio. Allora un Angelo gli chiese se voleva
vederLa nuovamente, a condizione di perdere la vista anche nell’altro occhio. Egli ci pensò su un poco
e rispose: “Lo voglio! Vale la pena
restare cieco per vedere un’altra
volta la Madonna. Ogni oscurità è
accettabile, purché, per un istante,
io possa posare gli occhi su quella
luce!”
La Santissima Vergine venne di
nuovo. Lui La contemplò a lungo e,
quando la celeste visitatrice se ne
andò, era completamente guarito!
Se è così magnifico vedere la
Madonna, immaginate che cosa significa contemplare Nostro Signore Gesù Cristo! E, poi, l’essenza di
Dio nella visione beatifica… Tutto
questo eternamente, nei secoli dei
secoli!
E ora chiedo: a paragone di questa eternità fissa, immobile, ma perennemente nuova, libera, estremamente interessante, curiosa di vedere, animata, eccitante, che cos’è
questa vita passeggera? Non è assolutamente niente, è una schifezza.
Di fronte ad essa abbiamo l’impressione che la vita presente sia, più che
una realtà, un incubo.
Quanto più soffriamo, tanto più
dobbiamo ricordarci della gloria.
Pensare, dunque, che nell’eternità avremo gioie simili a quelle
della Madonna, e che la nostra andata in Cielo in qualcosa assomiglierà alla Sua Assunzione al Paradiso Celeste è, a mio avviso, la
migliore delle meditazioni. La Madonna è raffigurata con il suo Cuore circondato da rose bianche, per
ricordarci la sua purezza, e trafitto
da sette gladi. Evidentemente sono
gladi spirituali, che simboleggiano
la sua anima ferita dalla spada di
dolore preannunciato dal profeta
Simeone.
Vorrei essere un pittore per rappresentare Maria Santissima che
sale in Cielo, con il Cuore in bella vista, mentre da questi sette gladi esce
la luce più intensa che si possa immaginare. Perché il Suo grande giubilo proveniva dai tormenti sofferti,
dalle lotte che aveva accettato...
Questa sarà anche la nostra gioia. Quanto più soffriamo su questa
terra, tanto più dobbiamo ricordarci della gloria che avremo salendo al
Cielo, e della felicità che godremo
nei secoli dei secoli.
Nella Litania di Tutti i Santi, c’è
una giaculatoria che mi ha sempre
impressionato molto: “Signore, degnati di elevare le nostre anime al
desiderio di cose celesti. E’ facendo meditazioni di questo genere che
percepiamo la grandezza delle “cose
celesti”, e questo ci dà gioia e completa consolazione per sopportare le
cose della terra. (Rivista Araldi del Vangelo, Agosto/2019, n.195; pp. 24 a 26).
Tratto, con adattamenti,
dalla rivista “Dr. Plinio”.
São Paulo. Anno XVII.
N.197 (Agosto 2014); p.18-23